alba a pierino

alba a pierino

venerdì 31 maggio 2013

un taglio, su di un lembo di cielo


... un lembo di cielo, 
tagliato da un orizzonte frastagliato, 
su cui si solleva, 
come una veste, 
l'increspatura di nuvole senza forma. 


Mentre la scia di un aereo 
taglia il cielo, 
all'aperto, 
e ne segna la maestà

mercoledì 29 maggio 2013

il cielo all'alba



Per la via del Mulino, stamani, alle 6 del mattino, con il cielo che montava...

martedì 28 maggio 2013

il ponte sull'Orcia


Avevo fotografato, raccontando dell'acqua dell'Orcia, il ponte che attraversa il fiume che solca le colline di creta del senese, il 13 di settembre, un caldo giovedì dello scorso anno.
Nel mese di novembre dello scorso anno, a causa di una rovinosissima piena del fiume Orcia il ponte di Pian di Maggio che collega Pienza con la Cassia, all'altezza di Gallina, nel comune di Castiglione d’Orcia.
Il ponte , con le sue campate in pietra e mattoni, aveva una bellezza antica. Restaurato dopo il passaggio del fronte della seconda guerra mondiale, il ponte aveva vissuto fino allo scorso anno, resistendo alle piene dell'Orcia.
Da diversi anni il traffico dei veicoli pesanti veniva limitato visto che le campate di pietra cominciavano ad accusare il tempo.
Nei giorni immediatamente il crollo, per alcune piene che si erano succedute in quei giorni, i tecnici delle amministrazioni locali avevano notato che esse avevano accentuato i problemi dell'antico ponte, lo avevano chiuso al traffico, un giorno prima della caduta delle due navate centrali.


Oggi sono tornato sul fiume.




La cosa che mi ha fatto più impressione, non è stata tanto la rovina dei piloni, quanto gli enormi blocchi del ponte portati a centinaia di metri di distanza dalla forza dell'acqua.




domenica 26 maggio 2013

cronache di cieli, nuvole e pavoni



Questa mattina, l'esercito di nuvole cupe che avanzava ieri sera, è scomparso. Il cielo sgombro, nitido.


Salgo alla baracca, trovo tutto a posto. Dietro di esso la frana è impressionante, ma appare immobile.
Anche la capanna non porta segni. Mi dirigo all'orto attraverso la capanna. Apro la porta, aspettandomi il peggio. Invece non trovo segni della grandinata. C'è qualche fragola matura, e i pomodori, per i quali nutrivo i maggiori timori, non mostrano segni. Anzi, sono cresciuti ancora, e li lego lungo le canne. 



Più tardi, curiosando dalla porta, noto un'ospite sul ciglione.
C'è un pavone colorato. Osserva curioso.



 Salgo sopra, cercando di avvicinarmi. Magari mi fa anche la ruota.


Invece no. Si allontana man mano che cerco di avvicinarmi. Muove la sua coda di lunghe piume flessuose tra l'erba dell'oliveto.




Nel pomeriggio, spinte da un forte vento, tante nuvole bianche sornione e lente hanno macchiato il cielo azzurro.


Ho immaginato chissà come poteva essere il tramonto con un cielo così.
Invece le nuvole sono pian piano sparite, spazzate via dal vento, e quando il sole è sceso sull'orizzonte, è parsa la luce di una candela che si spegneva consumando se stessa.

sabato 25 maggio 2013

la grandine


Soffiava un vento freddo, stamani, che muoveva le chiome degli alberi e faceva cantare le foglie.
Il cielo si è coperto presto, di nuvole scure, a temporale.
La luce balla, la tensione è incostante, e il piano cottura singhiozza.


Dopo pranzo un bagliore, la luce va via, ed arriva il rombo di un tuono. Pochi attimi e si sente tintinnare il vetro del lucernario. Il tintinnare si fa fitto fitto. Fuori, sul piazzalino, dei piccoli chicchi di ghiaccio fanno zampillare l'acqua che copre le mattonelle.



Dall'altra parte del giardino, verso valle, sul tavolo rimbalzano i chicci di grandine.
Ma sono così tanti che cominciano a coprirlo.


Penso all'orto, alle piante dei pomodori che devo ancora finire di incannare. Chissà che questo non sia il colpo di grazie di una primavera davvero difficile.


Per il resto del pomeriggio il cielo si apre a schiarite e rabbuia.
Al tramonto, il cielo è coperto dall'avanzata di nuvole cariche, pronta all'assalto.

venerdì 24 maggio 2013

lo spettacolo lo si vede guardando il cielo


Termina questo venerdì dell'ultima decade di questo maggio, freddo come non mai.


Lavoretti intorno a casa questo pomeriggio, come la sistemazione del roseto a schermo della cisterna, la costruzione di una scalinata in masselli di tufo per salire al pallaio, la raccolta delle fragole, il taglio delle canne per sostenere i pomodori...


Poi, con il calar del sole il vento è scomparso, e il cielo si è messo a dare spettacolo.

Dapprima un tramonto interminabile, che mutava di momento in momento, con le nuvole scompigliate dal forte vento che in quota, ancora, senza dubbio, soffiava forte.




Poi è salita, nel cupo della notte, illuminando il bosco e tutt'attorno, la luna, enorme ma non ancora piena perfetta, lo sarà domattina alle 6,27.


Troppo luminosa, la luna di questa notte, per fotografarla bene.

giovedì 23 maggio 2013

piazza Cavalca, Vicopisano



Lo scorso fine settimana a Vicopisano c'era un "Castello in Fiore". 
Una manifestazione dedicata al mercato florovivaistico, che la pioggia del tardo pomeriggio ha fatto sì che venisse cancellato il programma serale.


mercoledì 22 maggio 2013

piazza Vittorio Emanuele II, a Montagnana



Notte di cielo cupo e luna alta qui a Montagnana, estremo lembo occidentale della provincia di Padova, i cui signori, i Carraresi, nel Trecento, eressero le mura che attualmente la cingono, e che costituiscono uno degli esempi più importanti e meglio conservati di architettura militare medioevale in Europa, con lo scopo di ampliare e rafforzare questo che era un forte di frontiera dello stato padovano contro la Verona degli Scaligeri.


Piazza Vittorio Emanuele II, su cui si erge il quattrocentesco Duomo, è occupata per metà da una tensostruttura che ospita l'annuale sagra del prosciutto.



Passeggio per il paese. Giro per vicoli porticati, lungo le mura che lo cingono. È una serata fresca, ma si sta bene, e poi c'è una buona luce per fotografare.




Le mura riesco a fotografarle questa mattina, ripartendo verso Padova...

martedì 21 maggio 2013

pomodori in idroponica



Oggi ho visitato un sogno.
Una coltivazione di pomodori in serra idroponica. 100.000 mq di serre alte 4,5 mt.

L'idroponica è un metodo di coltivazione dove le piante crescono utilizzando soluzioni nutritive di minerali disciolti in acqua, senza terreno, che viene sostituito da un substrato inerte. Che può essere costituito da argilla espansa, perlite, vermiculite, fibra di cocco, lana di roccia, zeolite, ecc..
La pianta prodotta in vivaio, viene trapiantata su supporti inerti posti a circa 60 cm da terra, ancorati alla struttura aerea della serra, e viene irrigata con una soluzione nutritiva composta dall'acqua e dai composti, per lo più inorganici, necessari ad apportare tutti gli elementi indispensabili alla normale nutrizione minerale.


Dentro alla serre, lunghe file di pomodori crescono su supporti intervallati tra loro circa un metro. Lo spazio necessario per le operazioni di cura e raccolta della piante.


Attraverso l'uso di un carrello alzabile, che corre su dei binari costituiti da dei tubi che fungono anche da riscaldamento in quanto all'interno viene fatta scorrere acqua calda, riscaldata da una caldaia alimentata a metano, i cui fumi vengono raffreddati a 50° per condensare l'acqua ed estrarre l'anidride carbonica con la quale viene fatta la concimazione carbonica reimmettendola nelle serre, attraverso un busto di film plastico che corre sotto i supporti dove crescono le piante.
Concimazione carbonica, che unita all'ossigeno ed all'azoto presente nell'aria accelerano e moltiplicano la fotosintesi, consentendo una vegetazione rigogliosa e continua per tutto l'anno.


Da ciascuna piantina vengono fatte crescere due talee, una verso sinistra, l'altra verso destra rispetto alla linea del supporto. Le due talee vengono fatte attorcigliare ad un filo che viene fissato alla sommità della serra, a 4,5 mt di altezza, per sostenerle.




All'apice il filo è arrotolata ad una matassa, e man mano che la pianta di pomodori cresce, nella la parte bassa viene defogliata e i frutti portati a nudo, e scalarmente raggiungono la maturazione. E man mano che la pianta cresce la matassa viene srotolata e spostata di 50 cm lungo il filo a cui è appesa. Così l'altezza massima non supera mai l'altezza a cui sono agganciate, e la parte in maturazione è sempre alla stessa altezza, la più agevole per la raccolta.
Chi esegue l'allungatura della matassa, toglie i talli ascellari, le foglie in sovrappiù ed esegue anche la calibratura dei grappoli, togliendo, poco dopo l'allegagione, i pomodori in sovrannumero.



Nella coltivazione del pomodoro tondo, per evitare che il peso del grappolo rompa il picciolo, su ciascuno viene inserito un supporto di plastica.


Le piantine del vivaio vengono trapiantate nella seconda metà di gennaio. Entro febbraio si hanno i primi frutti, che si raccolgono fino a Santa Lucia, fino alla metà di dicembre.
A quel momento la pianta avrà superato i 15 metri di lunghezza e da ciascuna di essa saranno stati raccolti più di 20 kg di pomodori.


In questo tipo di coltivazione la quantità di acqua utilizzata, a partità di produzione, è di circa un decimo rispetto alla coltura in terra. Da non sottovalutare l'aspetto ambientale visto che l'utilizzo dei fertilizzanti è mirato e non ci sono dispersioni nel terreno, mentre l'utilizzo di diserbanti è assente.
Non usano insetticidi. Ma altri insetti, come api e bombi, che stanno in scatole distribuite tra le file, che combattono gli insetti nocivi. E dove non arrivano con altri insetti, usano esche e trappole, con la bacinella nella foto.
Diversamente si fanno interventi mirati con il pennello con preparati a base di argilla.




I parametri di controllo essenziali sono cinque:
Il primo è senz'altro il pH. Il suo equilibrio è fondamentale per mantenere lo stato di solubilità degli elementi e ottimizzare i processi di scambio fra le radici e la soluzione nutritiva. Un pH che si discosta dal range ottimale peggiora lo stato nutrizionale delle piante per l'immobilizzazione chimica o fisiologica di uno o più elementi minerali.


Attraverso il controllo della conducibilità elettrica si controlla la concentrazione della soluzione nutritiva. Una conducibilità bassa è correlata ad un'eccessiva diluizione della soluzione, pertanto le piante si trovano in condizioni di nutrizione minerale carente.


Portata, tempi e cicli di erogazione: Il controllo della nutrizione minerale si fa attraverso la corretta gestione della portata e dei tempi e cicli di erogazione della soluzione nutritiva, che regola il ricambio della soluzione a contatto con le radici.


Con la composizione chimica della soluzione si controlla il bilancio nutrizionale delle piante comparato nei vari elementi nutritivi, i rapporti di antagonismo fra potassio e metalli alcalino-terrosi, la solubilità dei vari sali. Dal momento che le piante necessitano di rapporti di concimazione differenti in relazione alla specie, al tipo di produzione e al rapporto resa quantitativa e qualitativa del prodotto, la composizione della soluzione è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi.
Per la preparazione delle soluzioni vanno impiegati concimi ad alta solubilità in acqua.


Infine abbiamo il controllo della temperatura e dell'umidità all'interno della serra.